Oggi i Cavalieri di Malta non possiedono alcun territorio, ma hanno sovranità funzionale. Ci sono, ad esempio, il suo inno nazionale (Ave Crux Alba), un giorno festivo (24 giugno, festa di Giovanni Battista), una moneta (scudo, coniata solo per collezionisti) e i propri francobolli (con validità). Famosa anche la croce di Malta, che è una croce bianca con otto punte su fondo rosso.
L’ordine rilascia anche i suoi passaporti diplomatici. Ci sono relazioni diplomatiche con più di 100 paesi e la rappresentanza, tra gli altri, dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite, anche se non ne sono membri a pieno titolo. Mantengono inoltre contatti con organizzazioni internazionali come la Croce Rossa.
In cosa sono coinvolti i Cavalieri di Malta? La loro missione si basa su due pilastri: da un lato “l’esperienza attiva e il rafforzamento della fede cristiana”, e dall’altro “la cura dei poveri e dei bisognosi nella società ovunque essa sia nel mondo”. Quest’ultimo è il compito più importante. L’organizzazione è attiva in decine di paesi nel campo delle opere caritative, dell’assistenza sanitaria e degli aiuti di emergenza in caso di disastri e guerre. Nel corso dei secoli si è sviluppata una fitta rete diplomatica e umanitaria, che ha consentito loro di fornire assistenza anche in aree difficili e remote.
Molti paesi hanno il proprio dipartimento, ma esiste un’organizzazione separata per gli aiuti di emergenza e la ricostruzione, il Malteser International. In esso, 20 dipartimenti nazionali dell’organizzazione raccolgono le loro competenze in materia di aiuti internazionali.
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