Non abbiamo bisogno di dirti che entusiasmarsi per le origini italiane ha i suoi vantaggi. Quindi per qualche ragione, quando il cameriere della pizzeria dietro l’angolo ti parla in italiano è bello e incomprensibile – immagina se i cinesi lo capissero. Anche in Italia sanno bene che gli stranieri traggono vantaggio dall’essere visti come italiani, e c’è anche una legge contro queste cose. Ecco perché l’Alfa Romeo “Milano” dovette essere ribattezzata “Junior” poiché non era stata costruita in Italia. Guarda le finanze Ancora.
Di nuovo polacco
Al porto di Livorno la Guardia di Finanza aspettava una nave con un obiettivo: sequestrare le auto che trasportava prima di sgonfiare i pneumatici sul suolo italiano. Cioè “automobili”, e più nello specifico si tratta di 134 esemplari della nuova Fiat Topolino. Si tratta di una microcar che dall’esterno ricorda la vecchia Fiat 500, con la bandiera italiana sulla fiancata. Si basa, tuttavia, sulla Citroen Ami e sulla Opel Rocks Electric ed è costruita nella stessa fabbrica della Tolophino in Marocco. L’atmosfera quindi si fa già sentire: il governo italiano non accetta che un prodotto non costruito nel suo Paese porti ancora la bandiera italiana, per questo ritirano la Topolino dal mercato.
Adesso va tutto bene: a differenza dell’incidente dell’Alfa Romeo Milano, il problema della piccola Fiat è fortunatamente di facile soluzione. Il gruppo Stellandis, ad esempio, ha annunciato che avrebbe tolto le bandiere italiane da Topolino, e questo era il punto. È tuttavia interessante notare che questa è la seconda volta che il governo italiano prende di mira il gruppo Stellandis, poiché oltre alla Fiat, il gruppo ha sotto la sua ala protettrice anche l’Alfa Romeo. E non è una coincidenza: l’amministratore delegato Carlos Tavares ha già criticato più volte i piani del governo di consentire alle case automobilistiche cinesi di stabilire fabbriche in Italia… quindi il governo sta effettivamente facendo sì che Stellandis produca le sue auto “italiane”. L’Italia deve costruire.
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