Una piccola azienda automobilistica italiana, TR Automobiles, è stata condannata a pagare una multa di 6 milioni di euro per aver etichettato erroneamente come italiane automobili prodotte in Cina.
Ciò viola la legge del “Made in Italy”. Da alcuni anni DR Automobiles promuove come vetture italiane le vetture delle case automobilistiche cinesi Chery, BAIC e JAC. Dopo essere state completate in Italia, queste vetture vengono vendute con i marchi propri DR ed EVO. Questo metodo è chiamato rebadging.
Non è la prima volta che le autorità italiane intervengono nel settore automobilistico per frodi sulla provenienza delle automobili. L’attuale governo italiano, guidato dal primo ministro di estrema destra Giorgia Meloni, sta prendendo la questione molto sul serio.
Obiezione
A maggio sono subentrate le autorità sequestrate decine di Fiat Topolino di fabbricazione marocchina, perché portavano la bandiera italiana. La casa automobilistica Stellandis è stata precedentemente costretta a cambiare il nome della sua auto sportiva in Alfa Romeo Milano perché la produzione avviene in Polonia anziché vicino a Milano.
DR non sostiene alcun illecito e intende presentare ricorso contro la multa. Secondo l’azienda napoletana non è mai stato un segreto che le auto non siano interamente realizzate in Italia. La pubblicità delle auto “non è mai stata intesa” per dire che erano realizzate interamente in Italia.
Critico il ministro marocchino Ryad Mezzour (Commercio e Industria). Misure di sicurezza Allo stesso tempo l’Occidente continua a sostenere l’integrazione economica e la libertà di mercato.
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