I ceppi europei del virus dell’influenza aviaria possono replicarsi nelle cellule della mucosa del tratto respiratorio del bestiame. Ma questo aumento non è molto efficace.
Il dottorando Luca Bordis della Wageningen Bioveterinary Research (WBVR) è giunto a questa conclusione sulla base di ricerche di laboratorio. Secondo lui, i risultati della sua ricerca sottolineano la necessità di continuare la sorveglianza intensiva dell’influenza aviaria, compresi i ruminanti.
Dopo lo scoppio della malattia negli Stati Uniti
La ricerca è stata commissionata dal Ministero olandese dell’Agricoltura, della Natura e della Qualità Alimentare in seguito ad un’epidemia di influenza aviaria in capre e bovini negli Stati Uniti. Per testare la sensibilità delle cellule della mucosa delle vie aeree all’influenza aviaria, i ricercatori hanno utilizzato cellule del tessuto polmonare delle mucche. Questi casi sono stati infettati in laboratorio con tre diversi isolati provenienti dal pollame e dalla volpe come ospite.
Rapido aumento dopo l’infortunio
Per tutti e tre gli isolati virali, i ricercatori hanno osservato un rapido aumento della quantità di virus entro le prime 24 ore dall’infezione, senza danni significativi alle cellule infette. Tre giorni dopo l’infezione, è ancora possibile rilevare le cellule della mucosa infette. Ma nel tempo, la quantità di virus è diminuita rapidamente. Secondo i ricercatori, ciò indica che la replicazione del virus non era molto efficiente.
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