I discendenti dell’ultimo re d’Italia, Umberto II, e della moglie belga, la principessa Mary-Jose, chiedono la restituzione dei gioielli reali dalla Banca d’Italia. Sono in archivio da 76 anni.
Il 5 giugno 1946 l’allora Re d’Italia, Umberto II, depose numerose spille e collane presso la Banca d’Italia. In totale, i gioielli saranno circa 6.700 diamanti e 2.000 perle. Tre giorni dopo, gli italiani votarono per l’abolizione della monarchia con un referendum. Circa il 90 per cento degli aventi diritto al voto ha votato, e più della metà di loro non ha alcun legame con il trono italiano.
Umberto II della Camera dei Comuni e sua moglie, la principessa belga Mary-Jose – prozia di re Filippo – sono ufficialmente al potere dai primi di maggio. A seguito del referendum, il re ei suoi eredi maschi furono esiliati. Anche le donne della famiglia reale hanno lasciato l’Italia. Dal 2002 solo gli eredi maschi possono rientrare in Italia.
76 anni
Nel frattempo, i gioielli sono al sicuro da 76 anni. Ora i discendenti di Umberto II e Mary-Jose rivendicano per la prima volta la proprietà ufficiale dei gioielli. Includono il loro figlio Victor Emanuel von Sawoye e le loro tre figlie, Maria Gabriel, Maria Pia e Maria Beatrix. Già nel novembre dello scorso anno la famiglia Savoia aveva chiesto di ricevere illegalmente i gioielli. La banca non ha accolto la richiesta perché si considera custode dei gioielli e non l’autorità per decidere cosa farne.
Ora che gli eredi hanno presentato una richiesta formale, il caso potrebbe essere.
I gioielli furono l’unico bene reale non confiscato dal governo italiano dopo l’abolizione della monarchia. Secondo l’avvocato dei Savoia, sta giocando a loro favore. SU Corriere della sera “La famiglia Savoia riavrà indietro i suoi gioielli”, disse con fermezza.
Esposizione
Secondo Vittorio Emanuele di Savoia, la famiglia non vuole gioielli per uso personale ma vuole mostrarli al pubblico. Il principe non fu subito molto popolare in Italia. È stato più volte insultato. È così che è successo Nel 2006 Arrestato dalla polizia italiana per corruzione, frode e prostituzione – ha ammesso di essere stato schiavo sessuale durante l’interrogatorio. Un anno dopo chiese al governo italiano un risarcimento di 260 milioni di euro per l’espulsione della sua famiglia.
Il valore dei gioielli nell’archivio è sconosciuto. Secondo Difensore Le stime variano da 18 a 300 milioni di euro. Corriere della sera Anche 500 milioni di euro parlano da sé.
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